Centro di Milano - Istituto Psicosintesi

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Incontro 1

  • ­ L’Atto di Volontà: cap. 3° pagg. 22-28

Incontro 2

  • ­ L’Atto di Volontà: cap. 3° pagg. 28-32

Incontro 3

  • ­ L’Atto di Volontà: cap. 4°

Incontro 4

  • ­ L’Atto di Volontà: cap. 7°

Incontro 5

  • ­ L’Atto di Volontà: cap. 5° pagg. 41-44

Incontro 6

  • ­ L’Atto di Volontà: cap. 5° pagg. 48-54

Incontri 7-8

  • ­ L’Atto di Volontà: cap. 6°

­Incontro 1

  •  ­“Le nuove dimensioni della psicologia” (Istituto di Psicosintesi: lez. 1a 1973)
  • ­ "Che cos’è la Psicosintesi?"
  • ­ Psicosintesi terapeutica: Introduzione - pagg. 13-16, 36-37 (Ed. Astrolabio)

­Incontro 2

  • ­“Conoscenza di sé e metodi di esplorazione dell’inconscio” (Istituto di Psicosintesi: lez. 4a 1963)
  • ­ ”La struttura dell’inconscio e i suoi rapporti con la coscienza” (Istituto di Psicosintesi)
  • ­ Psicosintesi. Per l'armonia della vita: cap. 2° - 7° (Ed. Astrolabio)

Incontri 3-4

  • ­ Psicosintesi. Per l'armonia della vita: cap. 1°
  • ­ ”L’Animo molteplice” (Istituto di Psicosintesi: lez. 3a 1963)

Incontri 5-6

  • ­ Psicosintesi terapeutica: pagg. 22-27
  • ­ ”La costituzione biopsichica dell’uomo” (Istituto di Psicosintesi: lez. 2a 1963)

Incontrii 7-8

  • ­ Psicosintesi terapeutica: cap. 4° pagg. 124-139, cap. 5° pagg. 178-184
  • ­ L’Atto di Volontà: pagg. 42-45

Lezione 9

  • ­ Psicosintesi. Per l'armonia della vita: cap. 3° (Ed. Astrolabio)

Incontro 10

  • ­ Psicosintesi. Per l'armonia della vita: cap. 4°- 5°-6° (Ed. Astrolabio)

La bibliografia per la preparazione culturale si riferisce ai soli scritti di Roberto Assagioli per il loro valore storico / ispirativo e potrà essere integrata su proposta dei conduttori dei corsi.

Il corso triennale di autoformazione (CTA) presuppone un impegno consapevole a conoscere e a sperimentare su di sé il modello psicosintetico e ad allenarsi in modo proficuo per diventare sempre più capaci di realizzare l’obiettivo “Conosci, possiedi, trasforma te stesso”.

Si configura quindi come un apprendimento e un allenamento all’arte del vivere, alla responsabile presa in carico di sé stessi, alla ricerca di un’armonizzazione reale e non illusoria delle istanze contrastanti che vivono dentro di noi, al progressivo “riconoscimento” di sé e del proprio compito esistenziale.

La conoscenza del modello psicosintetico, che si persegue nel corso triennale di autoformazione non deve restare puramente teorica, ma deve fornire strumenti la cui applicazione venga sperimentata nel corso dei seminari e che possano poi essere utilizzati in altri ambiti e in altre situazioni e la cui efficacia possa essere verificata nel quotidiano.

Gli incontri che scandiscono l’iter del corso triennale di autoformazione sono opportunamente distanziati proprio per consentire un lavoro di riflessione critica e di sedimentazione di quanto si è appreso.

Gli atteggiamenti con cui è consigliabile partecipare agli incontri di formazione sono l’apertura e la disponibilità alla conoscenza di sé e degli altri, l’attenzione al qui e ora, a quanto si sperimenta come momento significativo in cui convergono esperienze passate e potenzialità non espresse.

Il gruppo ha la funzione di catalizzare ed evidenziare gli atteggiamenti consolidati nei confronti di noi stessi e degli altri, i nostri modi di percepire e di reagire, i nostri meccanismi di difesa, le nostre aree di libertà e/o di costrizione, ecc.

È quindi estremamente importante che negli incontri di formazione teniamo costantemente presente, insieme ai contenuti di quanto apprendiamo e agli esercizi che facciamo, chi è il soggetto di questo lavoro, cioè noi stessi, e come siamo, o non siamo, mossi da quanto accade ascoltandoci con attenzione ed equanimità.
Questo ascolto è necessario per rafforzate la funzione di osservatore dell’io, per accogliere senza proiettarli immediatamente all’esterno i propri contenuti interiori e per utilizzarli per un’ulteriore conoscenza e trasformazione di sé, a cui il gruppo e il conduttore possono offrire il necessario supporto.

Tutto può essere elaborato in modo efficace e produttivo, anche le emozioni per così dire inerti o apparentemente ostacolanti come la noia, l’insofferenza, l’ostilità, purché non manchi la disponibilità ad ascoltarsi e a mettersi in gioco.
 

All’alba del giorno 23 agosto 1974 Assagioli muore, circondato da discepoli che erano affluiti da ogni parte d’ltalia.Assagioli scrive Stava lavorando al libro “La psicologia dell’alto e il Sé”, con cui si proponeva di trattare in modo più coordinato e sistematico le esperienze legate ai livelli superiori della psiche, di cui si occupava da decenni.

L’opera non è stata portata a termine, ma l’intenzione di Assagioli è stata rispettata: in occasione del centenario della nascita esce “Lo sviluppo transpersonale”, raccolta di scritti inediti, che, a distanza di tre anni, è seguita da “Comprendere la psicosintesi”, una guida alla lettura dei termini psicosintetici.

Con D.M. 29 settembre 1994 è riconosciuta la Scuola post-universitaria di Psicoterapia Psicosintetica, costituita nel 1990 dall’Istituto di Psicosintesi insieme con la Società Italiana di Psicosintesi Terapeutica e finalizzata alla preparazione di psicoterapeuti.

Nel 2000 l’Istituto costituisce la Scuola di Conduzione e Counseling di Gruppo finalizzata alla preparazione degli psicosintetisti che operano nella conduzione e nel counseling di gruppo.
 

Gli anni della vecchiaia sono per Assagioli attivi e fecondi.
Insegna la Psicosintesi e si dedica alla formazione degli psicosintetisti; nel quieto studio di via San Domenico, sulla strada che porta a Fiesole, affluiscono per consulenze e didattiche discepoli e collaboratori di diverse parti del mondo.Allievi

Assagioli fa parte del comitato di redazione del “Journal of Humanistic Psychology” e del “Journal of Transpersonal Psychology”, terreno di incontro dei cultori della psicologia transpersonale, che pubblica i suoi scritti sui simboli del supercosciente e sullo sviluppo spirituale.

L’lstituto partecipa attivamente alla diffusione dei principi della “terza” e della “quarta forza” della psicologia; le lezioni di Assagioli richiamano un grande afflusso di pubblico.

Nella primavera del 1973 esce, in lingua inglese, il suo terzo libro “The Act of Will”, che compendia un approfondito studio dell’origine, della funzione e dello sviluppo della volontà. Posta al centro della personalità umana come la funzione psicologica più aderente all’lo, e strettamente collegata all’esperienza del Sé, la volontà viene proposta come strumento fondamentale di autorealizzazione.
Di quello stesso anno è l’inaugurazione del Centro Estivo dell’lstituto e l’apertura del Centro di Psicosintesi di Padova.

Nel maggio del 1974 Assagioli detta, in lingua inglese, le norme per il training degli psicosintetisti, che oggi costituiscono la base dei corsi di formazione psicosintetica.
 

Nel 1967 si costituisce ufficialmente il primo centro italiano di psicosintesi, emanazione dell’lstituto, il Centro di Roma; l’anno dopo nasce il Centro di Bologna; nel 1970 il Centro di Perugia.
Inizia così lo sviluppo dei centri in cui si articola l’lstituto di Psicosintesi.

Nel 1967 Assagioli partecipa, a Roma, ai lavori della “Prima Settimana Psicosomatica Internazionale”, tiene una relazione sul tema “Medicina psicosomatica e biopsicosintesi” e presiede un Simposio Internazionale di Psicosintesi.
Nel 1968 presiede la Settimana Internazionale di Psicosintesi organizzata dal Centro di Roma, e vi tiene cinque relazioni.

La fioritura di associazioni e centri esteri continua; in India lo “lndian Psychosynthesis Research Institute” diffonde in lingua inglese e in lingua hindi la conoscenza della psicosintesi; in Grecia si organizza un Centro di Psicosintesi ad Atene; nel 1969 si inaugura il Centro di Psicosintesi in California; nel 1972 è ufficialmente costituito il “Canadian Institute of Psychosynthesis” a Montreal; nella primavera del 1974 nasce il Centro Inglese di Psicosintesi a Londra. 

Non ci sono pervenuti dati biografici precisi per gli anni 1938-1946. Assagioli, di origine ebraica, conobbe la persecuzione razziale. Fredom in jail I frammenti di appunti “Libertà in prigione” sono lo scarno riferimento a questi anni difficili.

Dopo la riapertura nel 1946, I’lstituto svolse intensa attività formativa e didattica, e la diffusione dei principi e dei metodi della psicosintesi si fece più rapida ed estesa, soprattutto all’estero.

In Italia, la diffidenza dell’ambiente accademico e la scarsa conoscenza della psicologia dinamica e del profondo rallentarono inizialmente la penetrazione della psicosintesi.

Negli anni 1956 e 1957, in una tranquilla località di campagna, Capolona, tra Firenze ed Arezzo, ebbero luogo i primi Convegni Internazionali di Psicosintesi con la partecipazione di congressisti appartenenti ad otto nazionalità; nel 1958 si costituì negli Stati Uniti la “Psychosynthesis Research Foundation”, che organizzò un Convegno di medici ed educatori.

Gli anni dal 1959 al 1965 videro un rapido fiorire di iniziative internazionali: Assagioli e la psicosintesi sono presenti in Svizzera, in Austria, in Francia ed in Inghilterra.
A Vienna (Congresso Internazionale di Psicoterapia, 1961) con la relazione “Sintesi nella psicoterapia”, Assagioli indica le affinità e le differenze esistenti fra la psicoterapia psicosintetica ed altri metodi di terapia esistenziale; illustra i compiti e gli scopi e propone uno schema di cura sintetica e completa, che all’approccio esistenziale, mirante a scoprire e risolvere i problemi esistenziali del paziente, unisca l’uso di tecniche attive.

Psychosynthesis

E la sintesi auspicata fin dal lontano 1909, proposta dalla psicagogia, sviluppata dalla psicosintesi, e teorizzata in una vasta serie di scritti di epoche diverse che, nel 1965, confluiranno, sistematizzati, nel libro “Psychosynthesis, A Collection of Basic Writings”. E' questo il primo testo organico, nato dalI’esigenza, legata alla costituzione della “Psychosynthesis Research Foundation”, di organizzare il materiale per diffondere la psicosintesi e le tecniche psicosintetiche.

La pubblicazione sarà seguita, un anno dopo, dal primo volume in lingua italiana, “Per l’armonia della vita”, che, basato su un corso di lezioni del 1933, approfondisce la concezione e lo spirito della psicosintesi e illustra le fasi del processo psicosintetico di autorealizzazione.
Nello stesso anno viene fondato il Centro di Biopsicosintesi in Argentina.

L’Istituto di Psicosintesi è riconosciuto come ente morale con D.P.R. n. 1721 del 1° agosto 1965. Nel 1967 si costituisce ufficialmente il primo centro italiano di Psicosintesi, emanazione dell’lstituto, il Centro di Roma; l’anno dopo nasce il Centro di Bologna; nel 1970 il Centro di Perugia.
Inizia così lo sviluppo dei centri in cui si articola l’lstituto di Psicosintesi.

 

Inviaggio

Nel 1967 Assagioli partecipa, a Roma, ai lavori della “Prima Settimana Psicosomatica Internazionale”, tiene una relazione sul tema “Medicina psicosomatica e bioPsicosintesi” e presiede un Simposio Internazionale di Psicosintesi.
Nel 1968 presiede la Settimana Internazionale di Psicosintesi organizzata dal Centro di Roma, e vi tiene cinque relazioni.

La fioritura di associazioni e centri esteri continua; in India lo “lndian Psychosynthesis Research Institute” diffonde in lingua inglese e in lingua hindi la conoscenza della Psicosintesi; in Grecia si organizza un Centro di Psicosintesi ad Atene; nel 1969 si inaugura il Centro di Psicosintesi in California; nel 1972 è ufficialmente costituito il “Canadian Institute of Psychosynthesis” a Montreal; nella primavera del 1974 nasce il Centro Inglese di Psicosintesi a Londra.

 


 

Negli anni che seguono il seme dei primi scritti dà frutto; l’attività professionale e la ricerca scientifica confermano la concezione dell’uomo e la prassi psicologica proposte, e dal 1926 Assagioli userà pubblicamente il termine “psicosintesi” nel senso scientifico di “metodo inclusivo basato sul principio dell’organizzazione della personalità intorno ad un centro unificatore”.  Istituto cultura psichica

E’ del 1927 l’opuscolo “A New Method of Healing: Psychosynthesis”: dopo aver usato diversi metodi di psicoterapia (suggestione, persuasione, psicanalisi e varie tecniche attive) Assagioli ne ha sviluppato uno nuovo, che mira alla ricostruzione dell’intera personalità del paziente, e lo propone ufficialmente; afferma inoltre l’importanza dell’interazione corpo-psiche, oggi alla base dell’orientamento psicosomatico. Ma aggiunge che la psicosintesi non dovrebbe essere usata solo per la cura delle malattie psicofisiche; è anche un metodo per l’educazione, I’autoformazione e l’armonizzazione dei rapporti interpersonali, in quanto rappresenta “non solo un ideale di salute e di armonia, ma anche di sviluppo e di crescita. Quando sarà conosciuta e praticata a livello generale, potrà essere estesa anche alla vita sociale”.

Nel 1926 Assagioli fonda, a Roma, I’Istituto di Cultura e di Terapia Psichica, che si propone di diffondere la conoscenza ed insegnare il corretto uso dei nuovi metodi di psicologia e psicoterapia applicate, e in modo particolare la psicosintesi, e che in seguito prenderà il nome di Istituto di Psicosintesi. Nel 1938, a causa della crescente ostilità del governo fascista, Assagioli è costretto a chiudere l’lstituto, che riaprirà a Firenze nel 1946.

Ma il periodo 1926-1938 ha visto la maturazione della concezione psicosintetica, e il suo estrinsecarsi nelle differenti metodiche relative all’educazione, alla terapia e alla realizzazione personale e transpersonale. I corsi di lezioni e gli scritti di questi anni costituiranno la base di future elaborazioni teoriche e sperimentazioni pratiche.
Del 1931 è la pubblicazione dell’Esercizio di Disidentificazione ed Autoidentificazione, ancor oggi l’esercizio fondamentale della psicosintesi.
Lo stesso Assagioli, nel 1973, ricordando il contributo indipendente dato in Italia allo sviluppo della psicologia umanistica, farà riferimento alle lezioni del primo periodo di attività dell’lstituto.
 

A Firenze il giovane Assagioli viene subito in contatto con i più importanti intellettuali dell’epoca: Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini, con i quali inizia a collaborare nel 1907 scrivendo sulla rivista «Leonardo», diretta da Papini.

Del 1909 è lo storico articolo “La psicologia delle idee-forze e la psicagogia”, da lui stesso indicato, a distanza di molti anni, come punto di partenza della psicosintesi e come contributo iniziale allo sviluppo della psicologia umanistica. Nel 1910

Laureatosi in medicina nel 1910 a Firenze, con una tesi sulla psicanalisi preparata in gran parte presso l’Ospedale Psichiatrico Burghölzli a Zurigo (a quest’epoca data l’incontro con Jung) e conseguita la specializzazione in psichiatria, si dedicò all’esercizio della professione e agli studi di psicologia e di filosofia. 
Nel 1911 fondò la rivista “Psiche”, che svolse la sua attività fino al 1915.

Le scoperte freudiane lo trovarono studioso attento e partecipe; seguì con interesse “il rigoglioso prosperare della scuola psicoanalitica” ed indicò, insieme alla “straordinaria importanza pratica delle ricerche di Freud” anche i “punti deboli delle sue teorie”.

Nel 1911, con la relazione “ll subcosciente” presentata al Congresso Internazionale di Filosofia di Bologna, sottolineò i differenti livelli e la varia natura delle attività psichiche inconsce, e affermò la distinzione tra i fenomeni riconducibili all’esistenza di un “io trascendente, che costituisca l’essenza della nostra personalità” e quelli che “spesso manifestano proprietà palesemente inferiori a quelle della coscienza ordinaria”, distinzione che prelude alla concezione psicosintetica del supercosciente e dell’inconscio inferiore.

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